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Sanità a confronto secondo i consumatori europei: Italia al 20° posto nel 2017. “A pesare sono sempre le differenze regionali”. Al top si confermano i Paesi Bassi e la Svizzera

29 giugno 2018 - Il nostro Paese guadagna due posizioni rispetto al 2016. Ecco la nuova indagine annuale di Health Consumer Powerhouse che valuta i sistemi sanitari in base al mix di dati statistici sanitari ufficiali e il livello di soddisfazione dei cittadini. Sul nostro paese la spada di Damocle del divario Nord-Sud: “Da Roma in giù la sanità è pessima”. L’INDAGINE 

La sanità italiana si attesta al 20° posto in Europa nel 2017 in progresso di due posizioni rispetto al 2016. A dirlo è l’Euro Index Consumer Health 2017 (EHCI) pubblicato dalla Health Consumer Powerhouse che dal 2005 valuta i sistemi sanitari di 35 paesi del continente europeo. Al top si confermano i Paesi Bassi e la Svizzera.
 
Ricordiamo che l’indice è il risultato di un’analisi che in base a 46 indicatori suddivisi in 6 aree (Diritti dei pazienti e informazione, accesso alle cure, risultati trattamenti, gamma servizi, prevenzione e l'uso di prodotti farmaceutici) e analizza i dati statistici sanitari ufficiali e il livello di soddisfazione dei cittadini.
 
Lo studio, anche per il 2017, evidenzia come “l'assistenza sanitaria europea sta migliorando costantemente: la mortalità infantile e il tasso di sopravvivenza alle malattie cardiache, ictus e cancro stanno dando buoni risultati. Inoltre l’empowerment del paziente si sta sviluppando”. Certo, non sono tutte rose visto che “ancora troppi paesi utilizzano metodi inefficienti per finanziare e fornire servizi di assistenza”.
 
La classifica 2017.I Paesi bassi si confermano in testa con 924 punti. Segue la Svizzera con 898 punti. Sul terzo gradino del podio troviamo la Danimarca con 864 punti che ha scalzato la Norvegia (850 punti). A seguire il Lussemburgo (anch’egli con 850 punti). Sesta la Finlandia (846 punti) cui segue la Germania (836 punti). La Francia è al nono posto (825 punti), il Regno Unito al 14° con 735 punti e la Spagna al 17° (695 punti).

 

“I Paesi bassi – si legge - sono caratterizzati da una moltitudine di fornitori di assicurazioni sanitarie ("sistema Bismarck") che agiscono in concorrenza e sono separati dagli ospedali, a differenza dei sistemi sanitari NHS ("Beveridge") finanziati dalle tasse. Ciò significa che le decisioni operative olandesi ad un livello insolitamente elevato vengono prese da professionisti medici consultati da organizzazioni di pazienti. Le agenzie di finanziamento, i politici e i burocrati sembrano più lontani dalle decisioni operative sulla sanità nella Olanda che in quasi tutti gli altri paesi europei”.
 
L’Italia si colloca al 20 ° posto con 673 punti. L’indagine conferma come il problema principale del Paese siano le differenze regionali. “L’Italia ha la più grande differenza riferita al Pil pro capite tra le regioni di qualsiasi paese europeo. Il PIL della regione più povera è solo 1/3 di quello della Lombardia (la più ricca). Anche se in teoria l'intero sistema sanitario opera sotto un ministero centrale della salute, il punteggio dell’Italia è un mix tra il verde (livello alto) da Roma in su e il rosso (livello più basso) per le regioni meridionali e per questo su molti indicatori i punteggi sono gialli”.
 
L.F.

 

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