Aborto. Parlamento europeo: “Un diritto che deve essere protetto. L’obiezione di coscienza non può diventare un ostacolo. Anche in Italia diritto all’aborto subisce erosioni”
11 giugno - Il parlamento europeo condanna il deterioramento dei diritti e della salute sessuale e riproduttiva delle donne nel mondo, compresi gli Stati Uniti e alcuni Paesi UE, e chiede un accesso sicuro all'aborto. “Il personale medico non deve negare alle donne l’assistenza all'aborto per motivi religiosi o di coscienza, poiché ciò mette a repentaglio la vita della paziente”. Il testo non legislativo è stato adottato con 364 voti favorevoli, 154 contrari e 37 astensioni. LA RISOLUZIONE
A seguito di un dibattito in Plenaria tenutosi mercoledì scorso , i deputati del parlamento europeo hanno approvato una risoluzione nella quale si ricorda alla Corte Suprema degli Stati Uniti l'importanza di sostenere la storica decisione Roe v. Wade (1973) che protegge il diritto all'aborto nella Costituzione degli Stati Uniti.
Il testo non legislativo è stato adottato con 364 voti favorevoli, 154 contrari e 37 astensioni.
Il Parlamento incoraggia il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e la sua amministrazione a garantire l'accesso all'aborto sicuro e legale. I deputati ribadiscono l’appello al governo del Texas di abrogare rapidamente la legge 8 del Senato e chiedono a diversi altri Stati americani con leggi analoghe di allineare la loro legislazione con i diritti umani delle donne tutelati a livello internazionale.
I divieti e le altre restrizioni all'aborto colpiscono in modo sproporzionato le donne in condizioni di povertà, affermano i deputati, che sottolineano che le donne che, a causa di ostacoli finanziari o logistici, non possono permettersi di recarsi in cliniche per la salute riproduttiva di Stati o paesi limitrofi, corrono maggiori rischi di subire procedure non sicure e potenzialmente letali.
Conseguenze di un divieto di aborto negli Stati Uniti per le donne di tutto il mondo
Il Servizio europeo per l'azione esterna, la Commissione e tutti i Paesi UE dovrebbero compensare qualsiasi eventuale riduzione dei finanziamenti degli Stati Uniti a favore della salute sessuale e riproduttiva (Sexual and reproductive health and rights – SRHR) a livello mondiale, nonché sostenere con forza e conferire priorità all'accesso universale all'aborto sicuro e legale nelle loro relazioni esterne.
Il Parlamento propone di offrire un rifugio sicuro a tutti i professionisti del settore medico che potrebbero essere a rischio di persecuzione giudiziaria o di altro tipo.
I Paesi UE devono depenalizzare l'aborto
I deputati esortano poi i Paesi UE a depenalizzare l'aborto, eliminare e combattere gli ostacoli all'aborto sicuro e legale, all'accesso all'assistenza sanitaria e ai servizi SRHR, senza discriminazione alcuna. Il personale medico non deve negare alle donne l’assistenza all'aborto per motivi religiosi o di coscienza, poiché ciò mette a repentaglio la vita della paziente.
In proposito, si legge nel testo della risoluzione, il Parlamento europeo “si rammarica del fatto che, in alcuni casi, la prassi comune negli Stati membri consenta al personale medico, e talvolta a interi istituti medici, di rifiutarsi di fornire servizi sanitari sulla base dell'obiezione di coscienza, il che porta alla negazione dell'assistenza all'aborto per motivi religiosi o di coscienza e mette a repentaglio la vita e i diritti delle donne; osserva che spesso si invoca l'obiezione di coscienza anche in situazioni in cui qualsiasi ritardo potrebbe mettere in pericolo la vita o la salute della paziente”.
E quindi la chiara esortazione agli Stati membri “a depenalizzare l'aborto e a eliminare e combattere gli ostacoli all'aborto sicuro e legale e all'accesso all'assistenza sanitaria e ai servizi sessuali e riproduttivi” e l’invito “a garantire l'accesso a servizi di aborto sicuri, legali e gratuiti, a servizi e forniture di assistenza sanitaria prenatale e materna, alla pianificazione familiare volontaria, alla contraccezione e a servizi adatti ai giovani, nonché alla prevenzione, al trattamento, all'assistenza e al sostegno nella lotta all'HIV, senza discriminazione alcuna”.
Nella risoluzione approvata si sottolinea infatti che “nonostante i generali progressi nella tutela della salute sessuale e riproduttiva e dei relativi diritti in tutto il mondo, compresa l'Europa, la regressione riguardante il diritto di accesso all'aborto sicuro e legale è motivo di grave preoccupazione e che la revoca della decisione Roe v. Wade potrebbe incoraggiare il movimento antiabortista nell'Unione europea”.
In particolare il Parlamento richiama la situazione in Polonia, “l'unico Stato membro dell'UE ad aver soppresso dalle sue leggi i motivi per l'aborto, in quanto il Tribunale costituzionale illegittimo ha deciso, il 22 ottobre 2020, di disconoscere i diritti consolidati delle donne polacche portando di fatto a un divieto di aborto”, che “l'aborto è vietato a Malta”, che “l'aborto medico nelle prime fasi della gravidanza non è legale in Slovacchia e non è praticato in Ungheria” e che “anche in Italia l'accesso all'aborto sta subendo erosioni” e che “l'accesso all'assistenza all'aborto è negato in altri Stati membri dell'UE, come avvenuto recentemente in Croazia”.
Maggiore spinta alla contraccezione
Il Parlamento europeo ha poi messo l'accento “sul mancato accesso alla contraccezione” e sottolinea che “sulle donne grava una responsabilità sproporzionata per quanto riguarda la contraccezione, che dovrebbe essere condivisa con gli uomini”.
Il Parlamento evidenzia, a tale proposito, “la necessità di sviluppare e promuovere la contraccezione maschile nell'ottica di ridurre il numero di gravidanze indesiderate” e sottolinea che “dovrebbe essere conferita priorità alla lotta contro la violenza sessuale e a un'educazione sessuale e relazionale che sia universale, completa, consona all'età e basata su dati concreti, a una gamma di metodi contraccettivi e relative forniture di alta qualità, accessibili, sicuri, a prezzi abbordabili e, ove opportuno, gratuiti, nonché alla consulenza in materia di pianificazione familiare e ai servizi sanitari”.
I rischi per il diritto all'aborto negli Usa
La Corte Suprema degli Stati Uniti potrebbe votare la revoca della protezione garantita a livello federale sul diritto all'aborto. Ciò consentirebbe a ogni stato americano di decidere autonomamente se limitare o vietare l'aborto. Pressoché tutti i decessi derivanti da aborti non sicuri si verificano in paesi in cui l'aborto è gravemente limitato. Secondo le stime, il numero annuo di decessi materni negli Stati Uniti dovuti ad aborti non sicuri aumenterebbe del 21% entro il secondo anno successivo all’entrata in vigore di un divieto.