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Contraccezione gratuita. “Serve attenzione alla comunità delle donne migranti”. Il position paper della Simm e del Tis

4 agosto - La Società italiana di medicina delle migrazioni e il Tavolo immigrazione e salute esprimono “forte preoccupazione” sulla mancata  gratuità alla contraccezione da parte del Cpr di Aifa e chiedono che siano salvaguardate  le categorie di popolazione a maggior rischio e che la legislazione nazionale garantisca di superare l’accesso ingiustamente diversificato per fascia di età e per categorie di utenti nelle Regioni che hanno già deliberato sulla gratuità.

“La mancata approvazione da parte dell’Aifa della concessione a titolo gratuito dei mezzi contraccettivi presso i Consultori familiari colpisce in particolare la comunità delle donne migranti, in via di regolarizzazione o senza permesso di soggiorno, sempre più numerosa nel nostro Paese, che rappresenta una fascia di popolazione a forte rischio di esclusione sociale e come tale particolarmente vulnerabile da un punto di vista sociosanitario.

A lanciare l’allarme ed esprimere una “forte preoccupazione” sul mancato semaforo verde alla gratuità alla contraccezione è il gruppo di lavoro “salute della donna” della Società italiana di medicina delle migrazioni (Simm) che ha stilato un position paper successivamente adottato con lievi modifiche e sottoscritto dal Tavolo immigrazione e salute (Tis) al quale aderiscono ASGI, Caritas Italiana, Centro Astalli, Emergency, Intersos, Medici del Mondo, Medici per i Diritti Umani - MEDU, Medici con l’Africa CUAMM, Medici Contro la Tortura - MCT, Medici Senza Frontiere – MSF e NAGA.

“La notizia che il Comitato Prezzi e Rimborso (CPR) dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato il 21 aprile scorso la decisione di rendere gratuita la pillola anticoncezionale per le donne di tutte le fasce d'età, ha riportato all’attenzione del mondo della salute la problematica della contraccezione. È stato stimato un costo totale per le casse dello Stato di circa 140 milioni di euro all'anno. Si tratta quindi, di un’ultima attestazione da parte degli organi statali dell’urgenza di mettere in atto un provvedimento concepito già nel 1975. Purtroppo, la valutazione del CPR dell’AIFA non ha avuto un seguito applicativo” ricorda la Simm che snocciola di dati sulle donne straniere residenti in Italia.

Nel 2021 sono 2.562.514, pari al 50,9% della popolazione migrante, con un’età media di 37,4 anni; il 31,9% è rappresentato da donne della Comunità Europea. L’età media comporta una particolare attenzione in quanto il 63,4% della popolazione migrante femminile si colloca tra 0 e 45 anni, periodo della vita legato alla consapevolezza e formazione per una maternità responsabile. Occorre ancora ricordare, aggiunge la Simm, che i bambini nati da entrambi i genitori stranieri rappresentano il 14,2% dei nati totali in Italia nel corso del 2021 e che mediamente in Italia ogni donna straniera ha 1,87 figli, mentre le italiane 1,18 (Dossier “Le migrazioni femminili in Italia” Istituto di Studi Politici S. Pio V – IDOS, febbraio 2023). Inoltre, come emerge dalla Relazione del ministero della Salute in attuazione delle Legge 194/78, i tassi di interruzione volontaria di gravidanza (IVG) si sono confermati significativamente più alti tra le donne straniere, che hanno continuano a mostrare tassi di abortività di 2 o addirittura 3 volte superiori a quelli delle italiane.

Il Gruppo di lavoro ‘Salute della Donna’, ha poi esaminato la normativa in merito e gli indirizzi che le Regioni stanno dando, in assenza di una posizione da parte degli organi statali: dalle delibera della Regione Puglia a quella dell’Emilia-Romagna, del Piemonte, Toscana e Lazio.

Dagli scenari emersi il Tavolo Immigrazione e Salute (TIS):

- esprime una forte preoccupazione in merito alla mancata approvazione da parte dell’AIFA della concessione a titolo gratuito dei mezzi contraccettivi presso i Consultori familiari. La loro legge istitutiva, n. 405 del 1975, prevedeva proprio la distribuzione gratuita dei mezzi contraccettivi presso questi servizi a bassa soglia di accesso, garantendo, pertanto, un’adesione maggiore della popolazione femminile e adolescenziale a percorsi di informazione ed educazione alla salute per donne e ragazze, in merito alla gravidanza consapevole e la pianificazione familiare. In tale ottica la comunità delle donne migranti, in via di regolarizzazione o senza permesso di soggiorno, sempre più numerosa nel nostro Paese, rappresenta una fascia di popolazione a forte rischio di esclusione sociale e come tale particolarmente vulnerabile da un punto di vista sociosanitario;

- sottolinea, inoltre, come la legislazione nazionale garantisca anche di superare l’accesso ingiustamente diversificato per fascia di età e per categorie di utenti presente nelle Regioni che hanno già deliberato in merito;

sottolinea come all’erogazione di mezzi contraccettivi si possa integrare un’attività di informazione ed educazione alla salute e alla maternità consapevole per le donne straniere, in vista di una presa in carico integrata, al di là dell’emergenza;

chiede che siano salvaguardate dal principio della gratuità del pagamento dei contraccettivi, tra le categorie di popolazione a maggior rischio o fragile, anche le donne straniere prive di permesso di soggiorno e quindi non iscritte al SSN, e/o presenti nei CAS e nei SAI.

 

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