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Difetti del tubo neurale. In Italia 6 casi per 10.000 nati, il 50% sono di spina bifida

27 ottobre – In occasione della Giornata mondiale della spina bifida e idrocefalo, l’Istituto superiore della Sanità fa il punto e ricorda: “L’acido folico in gravidanza è fortemente raccomandato per prevenirla” ma “si stima che soltanto il 30% delle donne italiane assuma l’acido folico in modo corretto”.

Si è celebrata il 25 ottobre la Giornata mondiale della spina bifida e idrocefalo. Un’occasione, per l’Istituto superiore della Sanità, di fare il punto sulla malattia ma anche sulle buone pratiche da seguire per prevenirla.

La spina bifida è un difetto congenito in cui la colonna vertebrale è aperta (bifida) a causa di un’incompleta chiusura delle parti che costituiscono il canale spinale. Insieme all’anencefalia e all’encefalocele rientra nel più ampio gruppo dei difetti del tubo neurale (DTN).

Ogni anno nel mondo almeno 300mila bambini nascono con la spina bifida. La chirurgia rappresenta l’unica opportunità di correzione del difetto, anche se non sempre risolve completamente il problema. “Grazie ai progressi compiuti negli anni più recenti, sia per il trattamento, sia per l’accertamento (diagnosi) precoce, si è riusciti a ridurre drasticamente il tasso di mortalità nel primo anno di vita e la gravità delle complicazioni neurologiche del mielomeningocele”, spiega l’Istituto. “Tuttavia rimane di fondamentale importanza un’adeguata informazione della popolazione, specialmente quella in età fertile, sulla prevenzione della malattia. Un adeguato apporto di acido folico o folati prima della gravidanza e nel primo trimestre di gestazione, e il mantenimento di un corretto stile di vita aiutano a prevenire la comparsa dei DTN”.

“In Italia – spiega l’Iss – la prevalenza totale alla nascita dei difetti del tubo neurale è di circa 6 casi su 10.000 di cui il 50 per cento sono casi di spina bifida. L’acido folico in gravidanza è fortemente raccomandato per prevenirla” eppure, riferisce l’Iss, “si stima che soltanto il 30% delle donne italiane assuma l’acido folico in modo corretto, diversamente da quelle canadesi e statunitensi che ne fanno un ampio uso, anche attraverso il consumo di cibi fortificati (con aggiunta di acido folico)”.

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