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Intelligenza artificiale. Goldman Sachs: “300 milioni di posti di lavoro a rischio. In sanità automatizzate dal 28 al 26% delle attività”

7 aprile - Lo riporta un rapporto a firma di alcuni economisti della banca di affari americana. Negli Stati Uniti e in Europa, circa i due terzi dei posti di lavoro attuali “sono esposti a un certo grado di automazione dell’IA” e fino a un quarto di tutto il lavoro potrebbe essere svolto completamente dall’IA. In particolare, per la sanità il rapporto prevede che una quota variabile tra il 28 e il 26%, a seconda delle mansioni, del lavoro svolto nel settore della salute negli Usa sarà esposto all’automazione da parte dell’IA. IL RAPPORTO

Ben 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno in tutto il mondo potrebbero essere automatizzati in qualche modo dalla nuova ondata di intelligenza artificiale che ha generato piattaforme come ChatGPT.

Ad affermarlo gli economisti di Goldman Sachs che hanno previsto in un recente rapporto che il 18% del lavoro a livello globale potrebbe essere informatizzato, con effetti più sentiti nelle economie avanzate rispetto ai mercati emergenti.

Ciò è in parte dovuto al fatto che i “colletti bianchi” sono considerati più a rischio rispetto ai lavoratori manuali. I lavoratori amministrativi e gli avvocati dovrebbero essere i più colpiti, secondo gli economisti, rispetto allo “scarso effetto” che l’IA dovrebbe avere su lavori fisicamente impegnativi o svolti all’aperto, come quelli di costruzione e riparazione.

Negli Stati Uniti e in Europa, circa i due terzi dei posti di lavoro attuali “sono esposti a un certo grado di automazione dell’IA” e “fino a un quarto di tutto il lavoro potrebbe essere svolto completamente dall’IA”, stimano gli esperti di Goldman Sachs.

Se l’intelligenza artificiale “manterrà le sue promesse, il mercato del lavoro potrebbe subire un’interruzione significativa”, hanno scritto gli economisti.

Tuttavia, hanno notato gli estensori del rapporto, “tutte le innovazioni tecnologiche che inizialmente hanno soppiantato i lavoratori hanno poi dato luogo a una crescita dell’occupazione nel lungo periodo”.

“Per esempio, scrivono gli economisti nel loro rapporto, le innovazioni della tecnologia dell’informazione hanno introdotto nuove occupazioni come quella dei web designer, degli sviluppatori di software e dei professionisti del marketing digitale, ma hanno anche aumentato il reddito aggregato e indirettamente hanno guidato la domanda di lavoratori del settore dei servizi, come l’assistenza sanitaria, l’istruzione e i servizi di ristorazione”.

In particolare per la sanità il rapporto prevede che una quota variabile tra il 28 e il 26%, a seconda delle mansioni, del lavoro svolto nel settore della salute negli Usa sarà esposto all’automazione da parte dell’IA.

Mentre i luoghi di lavoro possono cambiare, “l’adozione diffusa dell’IA potrebbe in ultima analisi aumentare la produttività del lavoro e aumentare il PIL globale del 7% all’anno in un periodo di 10 anni”, si legge ancora nel rapporto.

“Sebbene sia probabile che l’impatto dell’IA sul mercato del lavoro sia significativo, la maggior parte dei posti di lavoro e delle industrie sono solo parzialmente esposti all’automazione ed è quindi più probabile che vengano integrati piuttosto che sostituiti dall’IA”, hanno aggiunto gli economisti.

Per i lavoratori statunitensi che dovrebbero essere interessati dall’arrivo della IA, ad esempio, dal 25% al 50% del loro carico di lavoro “potrà essere modificato”, hanno aggiunto i ricercatori.

“La combinazione di significativi risparmi sul costo del lavoro, la creazione di nuovi posti di lavoro e l’aumento della produttività per i lavoratori aumenta la possibilità di un boom della produttività del lavoro come quelli che hanno seguito l’emergere di precedenti tecnologie come il motore elettrico e il personal computer”, concludono dalla Goldman Sachs.

 

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