Covid. Chiusa l’inchiesta di Bergamo sulla gestione della prima ondata: tra gli indagati Conte, Speranza, Fontana, Gallera e Brusaferro
3 marzo - I reati sarebbero quelli di epidemia di colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio per venti indagati. L’indagine ha riguardato in particolare la mancata `zona rossa´ in Val Seriana e l’assenza di un piano pandemico aggiornato per contrastare il rischio pandemia lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Una parte dell’indagine, in particolare quella sulla decisione relativa alla zona rossa, discussione che ha riguardato il precedente Governo Conte, sarà trasferita altrove.
Dopo tre anni, la Procura di Bergamo chiude l’indagine sulla gestione del Covid nei primi mesi della pandemia nella provincia più colpita. Tra gli indagati figurano l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’ex assessore al Welfare Giulio Gallera e il presidente dell’Istituto Superiore della Sanità Silvio Brusaferro. In totale gli indagati sarebbero una ventina tra cui anche il coordinatore del primo Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo; l’allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.
A tre anni di distanza dall’inizio della prima ondata della pandemia di Covid che colpì duramente la Bergamasca con oltre 6 mila morti in più rispetto alla media dell’anno precedente, la Procura ha chiuso l’inchiesta per epidemia colposa.
La Guardia di Finanza ha avviato le notifiche degli avvisi conclusivi per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio per venti indagati. Per l’ex premier Conte – a cui i pm contestano epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo – e l’ex ministro Speranza – a cui i pm contestano epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio – si prepara la trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri.
L’inchiesta ha riguardato in particolare la mancata `zona rossa´ in Val Seriana e l’assenza di un piano pandemico aggiornato per contrastare il rischio pandemia lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Una parte dell’indagine, in particolare quella sulla decisione relativa alla zona rossa, discussione che ha riguardato il precedente Governo Conte, sarà trasferita altrove.
“In particolare – come si legge sul sito della trasmissione di Rai 3 Report – per la mancata zona rossa di Alzano e Nembro devono rispondere di epidemia colposa aggravata oltre a Giuseppe Conte, e al governatore lombardo Attilio Fontana, anche parecchi membri del Cts come Agostino Miozzo, Silvio Brusaferro, l’ex capo della prevenzione del Ministero della salute Claudio D’amario e l’ex segretario generale Giuseppe Ruocco e l’attuale responsabile delle malattie infettive Francesco Maraglino. Secondo la procura, sulla scorta dei dati di Stefano Merler dell’Istituto Kessler di Trento, si sarebbero dovute attivare misure di contenimento nella bergamasca almeno a partire dal 26 febbraio. Sul piano pandemico l’inchiesta si sdoppia.
A Bergamo si vuole procedere per la sua mancata attuazione nei confronti di Claudio D’Amario, Silvio Brusaferro, Angelo Borrelli e l’ex assessore al welfare della Lombardia Giulio Gallera. A Roma è invece destinato il filone per il mancato aggiornamento e vede tra gli indagati per omissione di atti di ufficio oltre ai dirigenti ministeriali Ruocco e Maraglino anche l’ex Oms Ranieri Guerra che a Bergamo è anche indagato per false informazioni ai pm. Gli ex ministri della salute Roberto Speranza, Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin sono indagati per l’omessa istituzione o rinnovo del comitato nazionale per la pandemia”.