Influenza e sindromi simil influenzali. Ancora non mollano la presa: quest’anno incidenza tripla rispetto all’ultima stagione pre-Covid
28 aprile - Nella stessa settimana dell’anno (la sedicesima) del 2019 l’incidenza media in Italia si fermava a 1,38 casi ogni mille assistiti. Oggi siamo ancora a 4,3 casi ogni mille e per i bambini l’incidenza è addirittura al 12,6 per mille mentre si fermava a 4,58 nel 2019. E lo stesso vale per tutte le classi di età. L’alto numero di casi sembra comunque dettato più che dalla influenza vera e propria (ormai in calo) dalla persistenza degli altri virus respiratori. RAPPORTO EPIDEMIOLOGICO, VIROLOGICO
Nella sedicesima settimana del 2023 (dal 17 al 23 aprile) la curva dell’incidenza delle sindromi simil-influenzali (ILI) in Italia resta ancora stabile rispetto alla settimana precedente con un livello pari a 4,3 casi per mille assistiti (4,5 nella settimana precedente).
I casi stimati, rapportati all’intera popolazione italiana, sono circa 251.000, per un totale di circa 13.796.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza.
In Valle d’Aosta, P.A. di Trento, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Molise, Puglia l’incidenza delle ILI è tornata ai livelli basali (da 3,16 casi ogni mille assistiti in giù).
A livello medio nazionale quest’anno abbiamo 3 volte l’incidenza di casi di quella registrata nello stesso periodo del 2019, l’ultimo anno pre pandemia.
L’incidenza media resta infatti ancora sostanzialmente stabile in tutte le fasce di età con valori molto più alti rispetto al periodo pre-Covid. Nei bambini sotto i cinque anni, è pari a 12,6 casi per mille assistiti (13,0 nella settimana precedente, mente si fermava a 4,58 nel 2019).
Nella fascia di età 5-14 anni è a 5,88 (era 5,35 la settimana scorsa e solo 1,71 nel 2019); nella fascia 15-64 anni è a 3,96 (era 4,52 la settimana scorsa ma solo 1,26 nel 2019) e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni è a 2,03 casi per mille assistiti (era 2,48 una settimana fa e solo 0,92 nel 2019).
L’incremento di casi sembra comunque dettato in questa parte di stagione più che dalla influenza vera e propria, che presenta una percentuale sul totale dei casi di sindromi monitorati del 4,5% (più o meno la stessa nel 2019), dalla persistenza degli altri virus respiratori.
Il numero di sindromi simil-influenzali è sostenuto infatti, oltre che dai virus influenzali, anche da altri virus respiratori, tra i quali il virus respiratorio sinciziale, nei bambini molto piccoli, e il SARS-CoV-2.
Durante la settimana 16/2023 continua a diminuire gradualmente la proporzione dei campioni risultati positivi per influenza (4,5%) rispetto alla settimana precedente (7,6%). Un valore vicino a quello registrato nel 2019 quando la percentuale di virus influenzale sul totale dei campioni virologici esaminati era del 5%.
Mentre resta significativa la presenza di altri virus, riferiti per il 4,7% al SARS-CoV-2 e di altri virus respiratori, in particolare: 6,8% Rhinovirus, 6,4% Adenovirus, 5,6% virus Parainfluenzali e poi Metapneumovirus, Coronavirus umani diversi da SARS-CoV-2, RSV e Bocavirus.
Nel complesso, dall’inizio della stagione fino alla 16esima settimana del 2023, su un totale di 27.857 campioni clinici raccolti dai diversi laboratori, 6.244 (22,4%) sono risultati positivi al virus influenzale, di cui 5.005 di tipo A (80,2%) e 1.239 di tipo B (19,8%).
Nell’ambito dei virus A, 3.958 sono risultati H3N2 (79%) e 710 H1N1pdm09 (14,2%), mentre 337 non sono stati ancora sottotipizzati. Tra i virus B, tutti i 633 ceppi (51,1%) sono risultati B/Victoria.
Tra i suddetti campioni finora analizzati, 1.802 (6,5%) sono risultati positivi al SARS-CoV-2 e 6.086 (21,8%) ad altri virus respiratori, per la maggior parte RSV (11,5%).