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L'inquinamento atmosferico riduce la risposta al vaccino Covid-19, studio lo dimostra

7 aprile - In passato era già stato evidenziato che gli inquinanti atmosferici influenzano le risposte immunitarie. Ora la prova avviene misurando gli anticorpi nelle persone vaccinate contro il coronavirus prima e dopo il lockdown. 

Le persone esposte a livelli più elevati di inquinamento atmosferico prima della pandemia hanno avuto risposte anticorpali inferiori ai vaccini Covid-19, secondo uno studio condotto dal Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal), in collaborazione con il Germans Trias i Pujol Research Institute (Igpt).

In particolare, l’esposizione a particolato fine (PM2.5), biossido di azoto (NO2) e carbonio bianco (BC) è stata associata a una diminuzione di circa il 10% delle risposte anticorpali IgM e IgG nelle persone senza precedente infezione.

I risultati, pubblicati su Environmental Health Perspectives, forniscono ulteriori prove sugli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico sul sistema immunitario.

Come è noto l’inquinamento atmosferico è stato collegato a numerose malattie gravi, come il cancro ai polmoni, le patologie cardiovascolari e respiratorie e il diabete. Manolis Kogevinas e il suo team dell’Igpt hanno ora mostrato un’associazione tra l’esposizione pre-pandemia all’inquinamento atmosferico e un rischio più elevato di sviluppare una forma grave di COVID-19, a causa di una minore risposta alle immunizzazioni.

“È stato dimostrato che gli inquinanti atmosferici influenzano le risposte immunitarie –  afferma Kogevinas – quindi in questo studio abbiamo voluto determinare se lo smog influisse anche sulle risposte anticorpali ai vaccini Covid-19”.

 

La risposta, in breve, è sì. La verifica è avvenuta analizzando i dati di 927 persone presenti nella coorte GCAT Genomes for Life (di età compresa tra 40 e 65 anni), che hanno risposto a questionari e fornito campioni di sangue nell’estate del 2020 (subito dopo il primo lockdown) e nella primavera del 2021 (dopo l’inizio della vaccinazione contro il Covid-19).

Tutti avevano ricevuto una o due dosi dei principali vaccini Covid-19somministrati in Spagna (prodotti da AstraZeneca, Pfizer o Moderna).

 

Il team di ricerca ha poi misurato gli anticorpi IgM, IgG e IgA contro cinque antigeni virali. L’esposizione a particolato fine (PM2.5), nerofumo (BC), biossido di azoto (NO2) e ozono (O3) è stata stimata per ciascun partecipante in base al suo indirizzo di residenza prima della pandemia. I risultati mostrano che l’esposizione pre-pandemia a PM2.5, NO2 e BC è associata a una riduzione dal 5% al 10% degli anticorpi Spike indotti dal vaccino. La diminuzione degli anticorpi è stata dimostrata sia per le risposte IgM precoci che per le risposte tardive misurate da IgG. I risultati sono apparsi simili per i tre vaccini.

 

“L’inquinamento atmosferico può indurre un’infiammazione cronica, che è stata associata a un effetto negativo sull’efficacia del vaccino – spiega Carlota Dobaño, co-autrice senior dello studio – i nostri risultati sono coerenti con l’evidenza che gli inquinanti organici persistenti riducono, ad esempio, le risposte ai vaccini nei bambini”.

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