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Tumore al seno. Studio italiano identifica meccanismo che determina la resistenza alle terapie

11 marzo - La scoperta nell’ambito di un progetto di ricerca sostenuto da AIRC e coordinato dalla prof.ssa Matilde Todaro del Dipartimento PROMISE all’Università di Palermo. In particolare, il gruppo di ricercatori ha identificato una popolazione di cellule staminali tumorali, presente nei tumori resistenti all’ormonoterapia e ai farmaci chemioterapici, caratterizzata da un’alta espressione di molecole coinvolte nei meccanismi di riparazione del DNA. LO STUDIO

Il tumore alla mammella è la neoplasia maggiormente diagnosticata nelle donne, con circa 55.000 nuove diagnosi effettuate in Italia ogni anno. In generale la diagnosi precoce dei tumori, e in modo particolare per il tumore alla mammella, aumenta l’efficacia degli approcci terapeutici, ma i tumori diagnosticati in una fase avanzata sono meno sensibili alle terapie convenzionali e anche caratterizzati dalla frequente comparsa di recidive e di metastasi a distanza. Un progetto di ricerca sostenuto da AIRC e coordinato dalla prof.ssa Matilde Todaro del Dipartimento PROMISE all’Università di Palermo ha ora permesso di identificare il meccanismo che determina la resistenza alle terapie.

“Numerosi studi hanno dimostrato l’esistenza di un gruppo di cellule, altamente resistenti ai trattamenti chemioterapici, responsabili della recidiva e della formazione di metastasi”. Il gruppo di ricercatori guidati dalla Professoressa Matilde Todaro hanno in particolare identificato “una popolazione di cellule staminali tumorali, presente nei tumori resistenti all’ormonoterapia e ai farmaci chemioterapici, caratterizzata da un’alta espressione di molecole coinvolte nei meccanismi di riparazione del DNA”, spiega una nota dell’Airc.

“Con questa scoperta abbiamo identificato un meccanismo con cui i tumori della mammella possono resistere ai comuni trattamenti anti-tumorali – dichiara la Prof.ssa Todaro –. L’uso di terapie in grado di colpire selettivamente le cellule tumorali più aggressive risparmiando le cellule sane dovrebbe permettere di contrastare la progressione dei carcinomi della mammella”. I risultati della ricerca sostenuta da AIRC sono stati pubblicati sue Oncogene. In futuro tali risultati potrebbero consentire lo sviluppo di strategie innovative per il trattamento dei tumori caratterizzati da un fenotipo aggressivo.

 

 

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