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Il personale della sanità pubblica è sempre più precario: negli ultimi 5 anni i medici sono cresciuti del 35%. Boom infermieri: +63%

10 giugno 2020 - A evidenziarlo è la Corte dei conti che registra come i lavoratori (tra contratto a tempo determinato e interinale) siano aumentati di 11.476 unità (+37,6%), un numero ingente che non ha compensato il calo dei tempi indeterminati (-27.000). il tutto senza considerare l’enorme mole di contratti precari attivati nell’ultimo anno per far fronte all’emergenza Covid: delle circa 23 mila nuove assunzioni la metà è con contratti di pochi mesi.

Sempre meno personale e sempre più precario. La fotografia scattata dalla Corte dei conti sul personale del Ssn è impietosa. Tra il 2012 e il 2017 (anno per il quale si dispone di un maggior dettaglio di dati) il personale (sanitario, tecnico, professionale e amministrativo) dipendente a tempo indeterminato in servizio presso le Asl, le Aziende Ospedaliere, quelle universitarie e gli IRCCS pubblici è passato da 653 mila a 626 mila con una flessione di poco meno di 27 mila unità (-4 per cento).
 
Nello stesso periodo il ricorso a personale flessibile in crescita di 11.476 unità (+37,6%) ha compensato questo calo solo in parte: si tratta in prevalenza di posizioni a tempo determinato, che crescono del 36,5 per cento (passando da 26.200 a 35.800), e di lavoro internale, che registra una variazione di poco meno del 45 per cento (da 4.273 a 9.576 unità). Il tutto senza considerare che delle circa 23mila assunzioni per far fronte all'emergenza Covid circa la metà sono con contratti precari di pochi mesi.
 

 

 

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