Associazione dei Ginecologi Italiani:
ospedalieri, del territorio e liberi professionisti

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In ricordo di un grande medico italiano

AOGOI ricorda con affetto e grande riconoscenza il prof. Umberto Veronesi che oltre ad essere stato uno scienziato di fama internazionale è stato in particolare un medico che ha dedicato tanta attenzione e tanta parte della sua magnifica attività professionale alla battaglia contro i tumori delle donne. E noi ginecologi, i medici appunto delle donne, gliene siamo riconoscenti e quotidianamente continuiamo il suo impegno per la prevenzione, la diagnosi precoce e la cura dei tumori femminili.

 

Grazie Prof. Veronesi.

Grazie per tutto quanto ha fatto per migliorare le tecniche chirurgiche contro il cancro della mammella; grazie per la sua tenacia che ci ha insegnato a credere nel progresso della scienza sopra ogni cosa; grazie per i milioni di donne strappate a terribili (ed inutili) mutilazioni della loro femminilità in nome di insostenibili concezioni superate dalla medicina basata sull’evidenza dei suoi studi; grazie per la lezione di civiltà dei suoi interventi sempre pacati anche quando intorno i toni erano insopportabili, per la sua capacità di innovare senza avventure, per la sua volontà di far crescere giovani talenti nella scienza medica.

Come medici e in particolare come ginecologi ci siamo entusiasmati per i risultati del suo impegno nel campo della prevenzione, della diagnostica precoce e della cura dei tumori femminili. Abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare i suoi suggerimenti sul miglioramento degli stili di vita per la prevenzione delle neoplasie e le sue battaglie contro l’ignoranza e la rassegnazione nei confronti di un nemico che –grazie anche ai suoi studi insieme a quelli di tanti ricercatori sostenuti dalle sue iniziative–   invincibile ed “incurabile” proprio non è.

Abbiamo capito l’importanza di un percorso di cura del cancro fondato anche sul sostegno psicologico, sul saper comunicare con i malati e saperli comprendere e rendere forti anche quando la mente vacilla ed il proprio corpo sembra piegarsi di fronte alla forza del male che ti consuma. Ci ha insegnato a credere nell’efficacia delle cure offerte dalla scienza e sulla necessità di coinvolgere il malato facendolo sentire attore nella lotta e non vittima inesorabile della malattia. Ha convinto i chirurghi a rispettare sempre più il corpo delle donne pur nella battaglia per vincere il cancro. Ah, professor Veronesi, di quante donne disperate per sentirsi ormai condannate dal cancro ha cinto amorevolmente le spalle infondendo loro il coraggio e la forza per credere nella guarigione! A quante donne guarite dal “male incurabile” ha consentito di ritornare serenamente ai propri cari e alla propria vita! E lei, con il suo sorriso, con le sue parole serene ed incoraggianti ma mai banalmente di circostanza, quante volte ha strappato alla disperazione donne che nella migliore delle ipotesi si consideravano ormai menomate nella loro femminilità e deturpate nel loro aspetto muliebre?

Le donne, le “sue” donne, tutte quelle tantissime fortunate e guarite ma anche quelle che neppure la scienza è riuscita a salvare dal cancro, la ammiravano e la ascoltavano come un medico veramente ‘amico’ e ‘buono’, come ogni medico –dicevano– dovrebbe essere. Ecco, credo che l’insegnamento più grande che dalla sua formidabile esperienza professionale si debba cogliere sia proprio la necessità di essere vicini ai pazienti, disponibili ad ascoltarli e ad essere sempre empatici e vicini alla loro silenziosa e a volte disperata richiesta d’aiuto. E’ indispensabile che ogni medico impari a comunicare utilmente e umilmente con il malato e sia capace di comprenderne ansie e paure, dandogli sicurezza in un momento così difficile e rischioso. Con la stessa amorevolezza e dolcezza mostrata sempre dal prof. Umberto Veronesi.

E infine, ma non certo per ultimo, un grazie di cuore a nome di tutti i medici italiani per avere contribuito a dare onore e validità scientifica internazionale a una categoria di uomini e donne di scienza, spesso sottovalutata e a volte maltrattata ma che nella stragrande maggioranza dei suoi componenti ogni giorno si dedica – magari con mezzi insufficienti – ad alleviare le sofferenze e a migliorare la salute e la qualità della vita dei nostri concittadini.

Carlo Maria Stigliano - AOGOI

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