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Buon 8 marzo a tutte e a tutti!

di Elsa Viora

8 marzo 2019 - “L’affermazione di Ruskin che le donne sono migliori degli uomini è un fatuo complimento che deve provocare in loro un amaro sorriso, giacché non si dà altra situazione nella società nella quale si accetti che il migliore debba essere soggetto al peggiore.” (Rita Levi Montalcini)

 

Care colleghe, cari colleghi,
eccoci anche quest’anno all’8 marzo!

L'idea di celebrare la giornata internazionale della donna nasce nel 1909 negli Stati Uniti, su iniziativa del Partito socialista americano e l’anno seguente, nel 1910, la proposta viene raccolta da Clara Zetkin a Copenaghen, durante la Conferenza internazionale delle donne socialiste.

Nei primi anni i singoli Paesi scelsero giorni diversi per la celebrazione ed è solo nel 1921 che viene proposta e approvata un'unica data per la giornata internazionale della donna.

Dai documenti a disposizione non sono chiare le motivazioni per cui è stato scelto 8 marzo e gli storici ci forniscono spiegazioni diverse ma direi che questo è ininfluente sul significato della giornata.

La scelta dei fiori gialli della mimosa risale invece al 1946: le organizzatrici delle celebrazioni a Roma cercavano un fiore che fosse di stagione e costasse poco, la mimosa rispondeva a questi requisiti.

Vorrei ricordare a tutte/i ma soprattutto alle più giovani che ci sono strade che oggi possiamo percorrere solo perché qualcuno prima di noi le ha spianate ed ha reso possibile il percorso. Scienziate, astronaute, aviatrici, premi Nobel, molte donne comuni hanno fatto la storia: chi ricoprendo ruoli fin ad allora esclusivo appannaggio degli uomini, chi acquisendo premi o riconoscimenti, chi semplicemente e faticosamente nella quotidianità non ha accettato di farsi definire soltanto dal genere. 

 

Vorrei ricordarne qualcuna.

La pittrice Artemisia Gentileschi, di scuola caravaggesca, fu la prima donna ad essere accettata, nel 1616, nella scuola fiorentina, la più antica accademia del disegno al mondo nonché una delle più prestigiose

Eleonora Lucrezia Cornaro Piscopia vissuta nella Repubblica di Venezia nella seconda metà del Seicento approfondì gli studi in teologia, filosofia, greco, latino, ebraico e spagnolo; le fu impedito di laurearsi in teologia all'Università di Padova - un traguardo giudicato inaudito dai vescovi del tempo, per una donna - ma riuscì a ottenere, nel 1678 dopo lunghe lotte e grazie (anche allora!) ad un compromesso, una laurea in filosofia, divenendo così prima donna laureata al mondo.

Laura Bassi si inserì nella strada tracciata da colei che la precedette, e divenne nel 1732 la prima donna al mondo ad avere una cattedra universitaria (in fisica, all'epoca filosofia naturale) presso l'Università di Bologna.

Maria Skłodowska Curie ricevette nel 1903 il Nobel per la Fisica per i suoi studi sulla radioattività (insieme al marito Pierre Curie e al fisico francese Antoine Henri Becquerel). Nel 1911, con il Nobel per la chimica per la scoperta di radio e polonio, divenne l'unica donna nella storia ad aver vinto più di un Nobel e una delle sole due persone ad averlo vinto in due aree distinte (l'altro è il chimico e pacifista statunitense Linus Carl Pauling). 

Nel 1958 la contessa napoletana Maria Teresa De Filippis, fu la prima donna che corse un Gran Premio di Formula 1, a bordo di una Maserati. 

La fisica italiana Fabiola Gianotti è dal 2016 Direttore Generale del CERN di Ginevra, la prima donna a guidare il più importante laboratorio di fisica al mondo. Solo altri due italiani hanno ricoperto questo incarico: Carlo Rubbia e Luciano Maiani.

Grazie a queste donne ma anche, e soprattutto, a tutte le donne che non si sono fatte fermare dai pregiudizi ma hanno dimostrato e dimostrano ogni giorno il loro valore e le loro capacità.

Credo che raggiungeremo la vera parità solo nel momento in cui non ci saranno pregiudizi, tantomeno di genere.

Termino questa lettera con una frase di Rita Levi Montalcini

“L’affermazione di Ruskin che le donne sono migliori degli uomini è un fatuo complimento che deve provocare in loro un amaro sorriso, giacché non si dà altra situazione nella società nella quale si accetti che il migliore debba essere soggetto al peggiore.” 

 

Buon 8 marzo a tutte/i


Elsa Viora,
Presidente AOGOI

 

 

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