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Coronavirus. Ema: “Nessun farmaco in sperimentazione ha ancora dimostrato la sua efficacia. Per vaccino almeno un anno”

3 aprile 2020 - L’Agenzia europea del farmaco fa il punto sulle terapie in sperimentazione contro il virus. “Al momento ci sono 40 terapie e 12 vaccini in via di sviluppo, e per due di quest’ultimi sono stati avviati studi clinici di Fase 1. Tuttavia, al momento e sulla base dei dati preliminari presentati all'EMA, nessun farmaco ha ancora dimostrato la sua efficacia nel trattamento del COVID-19”.

“Nelle ultime settimane e negli ultimi mesi l'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha avviato un dialogo con numerosi sviluppatori di farmaci con finalità terapeutiche e una serie di sviluppi sono già in corso. Tuttavia, al momento e sulla base dei dati preliminari presentati all'EMA, nessun farmaco ha ancora dimostrato la sua efficacia nel trattamento del COVID-19”. È quanto afferma l’Agenzia europea del farmaci.
 
Il team di risposta al COVID-19 di EMA è in contatto con gli sviluppatori di circa 40 terapie farmacologiche per consentire una migliore comprensione dei potenziali trattamenti.
 
Quelli attualmente sottoposti a sperimentazione clinica includono:
- remdesivir (medicinale sperimentale)
- lopinavir/ritonavir (al momento autorizzato come medicinale anti-HIV<https://www.ema.europa.eu/en/medicines/human/EPAR/kaletra>)
- clorochina e idrossiclorochina (al momento autorizzate a livello nazionale per il trattamento della malaria e di alcune malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide)
- interferoni sistemici e in particolare interferone beta (al momento autorizzato per il trattamento di malattie come la sclerosi multipla)
- anticorpi monoclonali con attività contro componenti del sistema immunitario.
 
L’Agenzia informa anche “di essere in contatto con gli sviluppatori di circa dodici potenziali vaccini contro COVID-19. Per due di questi sono già stati avviati gli studi clinici di fase I, che rappresentano i primi studi necessari e sono condotti su volontari sani”.
 
L'EMA stima che potrebbe “essere necessario almeno un anno prima che un vaccino contro il COVID-19 sia pronto per essere approvato e sia disponibile in quantità sufficienti per consentirne un utilizzo diffuso”.

 

 

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